A Londra, sponda Chelsea, le cose non vanno come previsto. I Blues si trovano infatti in un periodo davvero pessimo, tra rifiuti e flop
Il Chelsea non naviga in buone acque. La stagione in corso non ha riservato alcuna soddisfazione ai Blues, anzi. Sono più le delusioni che le soddisfazioni, componendo dunque un bilancio fortemente negativo. La situazione del club londinese è iniziata a divenire sempre più stagnante a partire dal cambio di proprietà. Il subentrante statunitense Todd Boehly aveva alzato decisamente le aspettative. Liquidità, progetto apparentemente vincente e interesse per il calcio rinomato. I presupposti per fare bene c’erano tutti.
Ma purtroppo così non è stato, almeno fino ad ora. Il risultato più altisonante della squadra riguarda la qualificazione ai quarti di finale di Champions League. Tuttavia la sconfitta della gara di andata contro il Real Madrid, ottenuta peraltro in casa, potrebbe rischiare di essere fatale in vista del ritorno al Bernabeu. In campionato sicuramente vi è la traccia più autentica di questo pessimo momento di forma. Undicesimo posto, con delle pretendenti che ormai hanno già preso il largo da diversi mesi. Insomma, non uno scenario positivo.
Il cambio in panchina che ha portato Tuchel e Potter lontani da Londra non sembra aver sortito l’effetto desiderato, anzi. Si è ottenuta una tendenza opposta, fortemente negativa. I tifosi che si aspettavano questo tracollo si possono contare sulle dita di una mano. Del resto è stato un evento fortemente casuale, frutto forse di una gestione economica non entusiasmante. Di fatti i Blues sono stati il club ad aver speso più soldi rispetto alle concorrenti. Ma non necessariamente spendere tanto equivale ad una garanzia.
Vi è inoltre un altro retroscena, riguardante il discorso panchina. Ad oggi ad allenare il Chelsea c’è Frank Lampard, icona della parte blu di Londra a livello calcistico. Prima di lui ci sarebbe potuto essere qualcun altro.
Il profilo di Ruben Amorim, allenatore dello Sporting Lisbona, è stato rifiutato dal Chelsea. Il motivo? Poca esperienza con dei giocatori di grande caratura inseriti in un contesto altrettanto grande. Dopo Potter evidentemente la società non ha voluto correre ulteriori rischi.
Tuttavia la scelta è ad oggi difficile da spiegare, considerando che sarebbe stato in realtà un profilo potenzialmente perfetto per la squadra. Perfino l’Inter tempo fa si era inserita per lui, ripiegando poi su Simone Inzaghi. Il suo nome avrebbe potuto dare nuova linfa al club, ma così non è stato.
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