L’andata dei quarti di Champions tra Milan e Napoli fa ancora discutere gli addetti ai lavori: spunta il retroscena che non ti aspetti
Una partita tesa, vibrante, in cui c’è stato spazio anche per alcune recriminazioni arbitrali. Tanto agonismo, prodezze, errori, gioia e disperazione: la gara di andata dei quarti di Champions League tra Milan e Napoli è stata tutto questo. Un condensato di emozioni condito anche da un episodio inizialmente sfuggito all’attenzione dei più.
Nell’ambito di una partita che lo ha visto grande protagonista (con le parate del primo tempo e con il miracoloso intervento salva-risultato su Giovanni Di Lorenzo al minuto 87) Mike Maignan si è confermato un portiere di altissimo livello. Decisivo per le sorti della sua squadra, come già ampiamente dimostrato nel corso della passata stagione e dal suo rientro in poi. Gli interventi tra i pali non sono però stati gli unici gesti tecnici di cui si è reso protagonista il francese durante l’incontro con i partenopei.
Maignan da non credere, ecco cosa ha fatto il portiere
Rivedendo tutto il match, analizzando al microscopio ogni fase dell’incontro, è emerso un particolare di non trascurabile importanza. Al 34′ del primo tempo, poco prima del gol del vantaggio rossonero firmato da Ismael Bennacer dopo una splendida inziativa di Brahim Diaz, si può notare la corsa improvvisa di Maignan verso il cerchio di centrocampo. Approfittando di una sosta nel gioco dovuta al soccorso di Olivier Giroud, fermo a terra dopo un duro contrasto con Kim, il portiere ha preso iniziativa andando a parlottare animatamente con due suoi compagni.
I destinatari degli accorati consigli del francese sono stati proprio lo spagnolo e l’algerino. Guarda caso i due protagonisti della successiva marcatura rossonera. Secondo molti di quelli che hanno rivisto l’episodio alla luce del gol dei meneghini, Maignan potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nell’evento.
Proprio lì infatti, nella zona in cui il portiere si è fermato a catechizzare i compagni, Brahim Diaz ha saltato in sol colpo i due napoletani che lo avevano stretto nella morsa. Nel frattempo, correndo in parallelo con l’iberico, arrivava poi l’ex Empoli, pronto a scaricare in rete dopo il suggerimento di Leao, imbeccato da Diaz. Senza voler attribuire al numero uno rossonero doti di preveggenza o altro, è innegabile che la sua leadership, tencica e mentale, è sempre più un fattore per le sorti del club milanese.