Il calcio e il tifo che spesso va oltre il consentito. Non succede solo in serie A, ma nel nostro campionato sta diventando una brutta abitudine.
I cori, i gesti e gli striscioni dal forte contenuto discriminatorio, oltre all’ovvia considerazione che siano da condannare senza se e senza ma, aprono un paio di riflessioni importanti.
Da un lato, individuare i responsabili non è mai facile. Al di là dell’utilizzo di telecamere moderne, non tutti gli impianti dispongono di strutture tali ta poter individuare l’autore di un coro che tutti vorremmo dimenticare. In seconda battuta, se queste scene continuassero a ripetersi, ci sarebbe un riscontro negativo in termini economici. Chi investirebbe su un campionato i cui tifosi spesso finiscono sui emdia per atti di razzismo o simili?
Cori e gesti razzisti: la rabbia del Parlamento
Tutto quello che succede nel calcio, in Italia, ha una valenza sociale importante. Per questo motivo, tutti gli episodi che hanno a che fare con il tifo, in positivo e i negativo, spesso sbarcano anche a Montecitorio piuttosto che a Palazzo Madama. Non fa eccezioni il becerume registrato nelle ultime settimane, vedi Lazio-Roma, Roma-Sampdoria e Juve-Inter.
Nel primo caso, la curva della Lazio ha intonato un coro di chiara matrice antisemita. Sul fatto proprio oggi si esprimerà il giudice sportivo. Gerardo Mastrandera potrebbe decidere di chiudere la Curva Nord per il match di sabato prossimo, Lazio-Juventus. Nell’ultimo match interno della Roma invece, una pare importante dei presenti ha pensato di insultare iltecnico della Sampdoria, Dejan Stankovic, dandogli più volte dello “zingaro”. Anche in questo caso, la giustizia sportiva farà il suo corso e la Roma potrebbe essere punita con una multa. Lukaku, invece, in Juve-Lazio è stato bersagliato da ululati razzisti dopo il rigore dell’1-1.
Il ministro Abodi: “La parola ‘rispetto’ sulle maglie”
Chi durante tutta l sua attività professionale nel mondo dello sport, è sempre stato attento a temi “sociali”, è l’attuale ministro dello Sport, Andrea Abodi. Prima da presidente della Lega di serie B, quindi da numero del Credito Sportivo Italiano, Abodi non ha mai lesinato attenzioni a fattispecie riguardamenti i comportamenti, sia dei dirigenti sia dei tifosi.
“Vorrei tanto che ‘rispetto’ finisse su tutte le maglie per testimoniare un impegno in campo e sugli spalti dei nostri stadi, ma non solo”, ha scritto su twitter l’esponente del Governo guidato da Giorgia Meloni. Quindi, non si possono accettare le risse delinquenziali in curva che mettono a repentaglio la sicurezza dei tifosi e i cori razzisti, tutti”, ha aggiunto ancora Abodi. Il ministro, nel primo caso, si riferiva quanto accaduto allo Stadio Maradona, durante Napoli-Maradona, con scontri tra sostenitori della squadra di Spalletti.