Senza peli sulla lingua, il centrocampista ex rossonero, Franck Kessié, ed ecco cosa dice su una possibilità di andare all’Inter.
Si parla molto nelle ultime settimane, di un calciatore che ha lasciato la Serie A da diversi mesi ormai. A far discutere, è qualche voce che accosterebbe un ex del Milan come Franck Kessié, cinque stagioni in rossonero, all’Inter. In questa settimana, i tifosi rossoneri sono distratti da altro ed il messaggio social di Messias fa capire benissimo da cosa, ma un altro tradimento, certo non piacerebbe.
E poi ci si mettono anche le casualità a far parlare proprio di lui piuttosto che di altri, con Kessié che ha risposto in settimana alle domande di Sport, per un’intervista. Però, a chiedere spiegazioni al classe ’96 sulle voci insistenti che lo vedrebbero tornare a Milano, stavolta per l’altra sponda, c’è stato anche un quotidiano iberico. Ecco cosa si è evinto.
Kessié fa la differenza tra Barcellona ed il passato
Innanzitutto, che per ora Kessié non avrebbe intenzione di ascoltare offerte da squadre che siano italiane o meno, visto che i suoi interessi sono altri. Il centrocampista, ha così spiegato le sue intenzioni a Mundo Deportivo: “Spero di restare molti anni al Barça – dice il ventiseienne – Direi che resterei molto, Barcellona è una bella città, sono in un grandissimo club ed ho anche un buon rapporto con tutta la squadra. Voglio anche dare di più per restare”.
Non avrebbe intenzione di ascoltare nessuno, quindi, lui che in Italia non ha indossato solo la maglia milanista, ma anche quelle di Atalanta e Cesena. Ormai il calciatore è andato via, dopo aver dimostrato di saper fare molto bene. Non a caso è stato scelto da una squadra come il Barcellona, ma intanto il Milan pensa già ad altri nomi internazionali. Non è più un segreto ad esempio, che stia cercando un calciatore del Liverpool per l’anno prossimo.
Tornando però a cosa abbia detto a Sport, l’ivoriano ha fatto un bel parallelo tra cosa accade al Barcellona e cosa invece, succedeva quando giocava in Italia. Ecco l’idea del centrale: “Direi che sono due modi molto diversi di giocare e intendere il calcio. Qui è molto più tecnico. La particolarità è vincere, sì, ma non in ogni modo. Devi farlo giocando bene, mantenendo un’identità, prendendoti cura del pallone. Al Milan è stato diverso, era tutto più diretto. La cosa principale era il risultato. Ciò che non cambia è che in entrambi i club devi vincere, ovviamente”.