A distanza di anni, un grande ex del Milan ha confessato tutta la verità su un suo addio: l’ex calciatore rossonero ha raccontato i motivi per cui è stato costretto a cambiare aria.
Il tempo cura tutte le ferite e fornisce tutte le risposte a quelle domande rimaste a lungo sospese nel vuoto. Anche per questo motivo, ormai a dodici anni dal suo dolorosissimo addio, un ex pilastro del Milan ha finalmente voluto raccontare la verità su cosa è accaduto davvero in quell’estate in cui è stato costretto, suo malgrado, a lasciare la squadra che maggiormente amava per approdare in una delle grandi rivali. Una verità che, in fondo, i tifosi rossoneri avevano sempre conosciuto nel loro cuore.
L’ex calciatore in questione è Andrea Pirlo, campione del mondo, eroe di molte Champions e registra tra i più talentuosi che mai abbiano vestito la maglia del Milan. Un calciatore sopraffino che per dieci lunghi anni ha vestito la casacca del Diavolo, onorandola sempre fino all’ultima goccia di sudore e regalando giocate indimenticabili a tutti i tifosi.
Quel suo addio, nel 2011, fu uno shock. Da bandiera rossonera, il centrocampista classe 1979, ormai 32enne, fu costretto a fare le valigie. La società aveva infatti intenzione di ringiovanire la rosa e non gli avrebbe garantito il contratto che cercava. Proprio per questo motivo, alla fine, scelse di passare alla Juventus di Conte, compiendo quel ‘tradimento’ che a lungo non è stato perdonato dai tifosi rossoneri. Fino a questo momento…
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Pirlo spiega la verità sul suo addio: ecco cosa è successo
Dopo tanti anni, finalmente la verità è venuta a galla. L’ex allenatore della Juventus, oggi alla guida del Fatih Karagümrük, è intervenuto ai microfoni di Prime Video, e ha rivelato alcuni dettagli di quella vicenda per spiegare cosa ha portato a un divorzio che nessuno avrebbe davvero voluto, e lui meno di tutti.
“Il Milan voleva farmi solo un anno di contratto, come ad Ambrosini, Nesta e Gattuso“, ha spiegato Pirlo, per chiarire una questione rimasta a lungo in sospeso. Un anno. Troppo poco, secondo lui, che all’epoca era ancora un calciatore sano e in grado di fare la differenza. Sentiva di meritarne di più, e per questo accettò la corte della Juventus, che gli offriva un progetto più lungo e in cui sarebbe stato assolutamente centrale.
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Un tradimento, per molti, soprattutto all’epoca. Per Andrea, invece, una semplice scelta di vita. Semplice, ma dolorosissima: “Mi dà fastidio essere considerato un traditore, ho pianto tanto fino all’ultimo giorno, perché sarei rimasto al Milan per tutta la vita“. Non sono stati i soldi a portarlo via, non è stata la voglia di provare nuove esperienze, bensì solo la volontà di sentirsi ancora un calciatore importante. Alla fine, considerando la sua storia bianconera, ad avere ragione è stato proprio lui, autentico trascinatore del triennio magico per gli juventini di Conte.