Nel giorno del grande ritorno di Ibrahimovic, almeno in panchina, Pioli svela la sua vera arma segreta: le speranze del Milan passano anche da lui.
Ibrahimovic torna tra i convocati, seppur relegato in panchina, e il Milan torna alla vittoria dopo tre sconfitte consecutive. La lettura, fin troppo scontata, nel day after di Milan-Torino è stata per molti questa. La carica emotiva data dal fuoriclasse svedese è stata decisiva per la reazione di carattere di una squadra ancora convalescente. La realtà però è un’altra. A determinare la vittoria rossonera, ancora più di Ibra o dell’immarcescibile Giroud, è stato infatti un altro giocatore, la vera arma segreta di Pioli in questa seconda fase di stagione.
Nel momento di massima difficoltà della sua avventura sulla panchina del Milan, il tecnico campione d’Italia ha deciso di affidarsi non alle certezze, ma agli esperimenti, sparigliando le carte in tavola e ridando spazio a giocatori che fin qui poco hanno dato alla causa rossonera.
Per poter reagire alle difficoltà e conquistare quel posto in Champions a dir poco fondamentale per le ambizioni del club serve infatti l’apporto di tutti, anche di quegli oggetti misteriosi arrivati questa estate come potenziali rinforzi del mercato. Perché se sono stati individuati da Massara e Maldini come giocatori adatti a vestire la casacca del Milan, un motivo deve esserci.
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Il cambio di modulo voluto da Pioli per cercare di ridare un equilibrio a un Milan allo sbando ha potuto essere concretizzato, anche senza Tomori, solo grazie alla riscoperta di un giocatore che a lungo è stato relegato in panchina in questa stagione, per fare spazio incredibilmente a un giocatore ancora limitato come Matteo Gabbia.
Il riferimento è a Malick Thiaw, centrale tedesco di origini finlandesi, dotato di fisico e intraprendenza ma fin qui in grande difficoltà, come gran parte dei giocatori arrivati nell’ultimo mercato. Classe 2001 ex Schalke, aveva già giocato a tre con la maglia della squadra tedesca, e anche per questo motivo è stato scelto da Pioli come uno dei braccetti della nuova linea difensiva. Una mossa che ha pagato, e anche bene.
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Una performance da 7 che dà fiducia e morale a tutto il Milan e che potrebbe fungere da molla per far scattare, magari, qualcosa nella testa di tutti quei giocatori fin qui rimasti ai margini del progetto. Chissà che, sulla scia di Thiaw, non possano ritrovare fiducia anche giocatori come Vranckx, Adli e, soprattutto, De Ketelaere, un talento che, se ritrovato, potrebbe davvero determinare la svolta per il Milan in questa stagione fin qui tremendamente difficile.